top of page

Intervista a Marina Morelli, Visual Art and Communication Psychologist

Visual art e communication psychologist. cosa vuol dire?

Letteralmente “psicologo della comunicazione e della visual art”. In pratica, mi occupo del linguaggio visivo che si utilizza nelle diverse forme di comunicazione sui media (fotografie innanzi tutto, ma anche video, corti, grafica pubblicitaria).

Il media visivo segue regole che hanno le basi nello studio e approfondimento di tematiche psicologiche, quali la creatività, la comunicazione e le sue regole, gli affascinanti meccanismi di funzionamento della percezione visiva e della costruzione cognitiva della realtà. Ecco perché una psicologa con la passione per la fotografia si è avventurata nel mondo della rappresentazione soggettiva della realtà. Soggettiva perché ognuno ha una sua percezione e visione del mondo.

Fotografare quindi la realtà non è solo rappresentazione oggettiva di ciò che vediamo, ma è anche una metafora che riflette i propri stati d’animo. La scelta , a volte non del tutto conscia, di ritrarre determinati soggetti o animali esprime caratteristiche interne con cui ci si identifica (il leone: il coraggio; un barbone: la solitudine ecc.). La fotografia permette di contattare il proprio inconscio e genera un effetto liberatorio e di catarsi energetica.

​

Secondo te è possibile a tutti esprimere la propria creatività attraverso la fotografia?

Certamente e proprio per questa ragione mi sono appassionata alle nuove tendenze espressive rese possibili dalla fruizione degli smartphone come mezzo tecnologicamente alla portata di tutti, utilizzando la mia esperienza in teoria e tecniche della comunicazione e formazione per diffondere questo messaggio:

la creatività si può potenziare tramite un allenamento “specifico”. La capacità comunicativa si può perfezionare e indirizzare al meglio rispetto al mezzo scelto, per esprimere e condividere il proprio messaggio artistico.

Gli scatti fotografici, anche con uno smartphone, possono essere importanti rendono possibile e documentano la nostra evoluzione creativa e il progressivo affinamento del proprio stile.  

​

A chi ti rivolgi in particolare?

A tutte quelle persone interessate a formarsi una “cultura fotografica”, attraverso gli scatti di grandi maestri quali gli “imperdibili” Henry Cartier Bresson o Ansel Adams, passando per la “fondatrice” della Street Photograph , Vivian Maier, solo per limitarmi a citare in maniera del tutto parziale alcuni artisti intramontabili.

A tutti quelli che stanno sperimentando scatti con lo smartphone e non vogliono limitarsi ai selfie.

 Alle persone curiose di approfondire il proprio profilo psicologico attraverso un’attività creativa.

A chi si sente creativo e vuole esprimersi al meglio attraverso la visual art fotografica.

​

Che sogni hai per il tuo prossimo futuro?

Coinvolgere sempre più persone in due progetti finalizzati all’autorealizzazione:

il primo riguarda la divulgazione del processo creativo attraverso la comunicazione visiva applicata alle fotografie con lo smartphone e la post produzione con le app che ci rendono liberi di esprimerci in maniera unica.

Il secondo condurrà ad analizzare se stessi attraverso i propri scatti, per comprendere il proprio profilo psicofotografico e anche qualcosa in più.

…ma vedrai, non sono solo sogni......

​

Puoi farci un esempio di come uno scatto possa diventare mezzo di espressione della parte più nascosta e profonda di noi?

Certamente, provo attraverso un mio scatto scelto tra i tanti effettuati con lo smartphone questa estate presso il lago di Scanno. L’ho commentato, dopo un’analisi attenta, per trasferire il mio messaggio visivo in parole….ma spero che vi arrivi, e lo saprete capirete…

“Io amo la trasparenza e la sincerità, come questa acqua cristallina di lago, fresca e luminosa, che rimanda anche alla gioia e allegria con  le quali affronto la vita, anche nei momenti più difficili.

Ho basi solide come le rocce che costituiscono la sponda, non effimera sabbia che scorre e muta aspetto secondo l’intervento delle onde. Così mi sento una persona ben piantata nella realtà.

Nella mia vita vi sono quelle persone che hanno contato molto per me e che non ci sono più. Non sono scomparsi, li vedo ancora presenti con i loro ricordi e la loro essenza. Sono alberi vivi ora trasformati in tronchi morti. Sono profondamente parte di me. Io, Marina, come le acque del lago, sono il risultato di tutto ciò.”

​

​

​

​

 

Chi è?

Laureata in Psicologia alla Sapienza di Roma, Marina Morelli si è sempre occupata di formazione e tecniche di comunicazione. Ha frequentato la scuola di specializzazione in Analisi Transazionale, un approccio metodologico pragmatico alla comunicazione interpersonale, applicandone i principi al mondo del lavoro.

Ha curato la progettazione e la realizzazione di progetti formativi riguardanti la qualità del servizio, le competenze relazionali per le funzioni direttive e per gli addetti al contatto col pubblico a Roma , Torino, Firenze e Milano.

Ha condotto focus group e gruppi di brainstorming, nell’ambito di attività professionale di counselling.

Ha curato la progettazione e la docenza di corsi formativi per divulgare la possibilità di arricchire l’esperienza personale del “fotografare” con l’espressione della creatività.

E’ un’entusiasta dell’espressione creativa, che permette la crescita personale di ognuno di noi e che ci regala momenti di divertimento e benessere.

bottom of page